“Vorrei ricordarvi le visite di controllo, la prevenzione è fondamentale” così aveva esordito la conduttrice de Le iene , Nadia Toffa nel 2016 a seguito di un piccolo intervento di rimozione di un neo “brutto”. Qualche giorno fa la conduttrice è riapparsa nello show a parlare nuovamente di tumori e a raccontare la sua malattia: a dicembre aveva avuto un malore che l’aveva costretta ad allontanarsi dal mondo dello spettacolo, anche se sembrava si trattasse di qualcosa di poco grave; tuttavia pochi giorni fa ha ammesso di aver avuto un tumore e di esser stata operata. “Ho avuto un cancro” – così è iniziato il discorso della Toffa nella prima puntata dopo il suo ritorno – “quando vedi le prime ciocche di capelli che ti rimangono in mano è un momento molto forte. Chi combatte contro il cancro non va trattato come un malato, ma come un guerriero, siamo dei fighi pazzeschi”. Conclude infine lanciando un messaggio contro le false cure e i millantatori di guarigioni alternative: “Le uniche cure contro il cancro sono la chemio e la radio. Poi ci sono altre cose che contano: il buonumore, lo stile di vita, ma non c’è altro che possa curarti che non siano la chemio e la radio”. Come lei anche altri tantissimi volti noti del panorama nazionale e internazionale hanno dovuto combattere contro il cancro. Attori, cantanti, modelli, showgirl, star tv e sportivi hanno raccontato pubblicamente la loro lotta contro il tumore per sensibilizzare l’opinione pubblica a sottoporsi a diagnosi precoci le quali, in molti casi, possono aiutare. Un altro esempio molto noto è quello del rugbista Martin Castrogiovanni, costretto nel 2015 a non poter partecipare ai mondiali a causa della malattia, ha raccontato la sua vicenda solo recentemente e la cosa è subito diventata virale. Ma anche la cantante Emma Marrone con le sue battaglie per la prevenzione al tumore uterino, la conduttrice Alba Parietti, Carolyn Smith, ballerina e giudice di Ballando con le stelle, l’attore Robert De Niro, la cantante Anastacia che da sempre fa parte di campagne per il tumore al seno, Rosa Banfi, figlia di Lino Banfi, che dopo le parole di Nadia ha ribadito l’importanza della prevenzione. Insomma, sono veramente tante le testimonianze, i racconti e le emozioni, ma cosa si cela davvero dietro questa malattia?
Per spiegare cosa siano realmente i tumori possiamo utilizzare la metafora della cosiddetta “cellula che impazzisce”, ovvero di una cellula che a causa di mutazioni inizia a moltiplicarsi a dismisura. In realtà in ogni cellula di ogni tessuto ci sono geni che regolano la divisone cellulare e bloccano l’accrescimento di cellule ”sbagliate”, ma qualche volta questi geni possono essere modificati. Le cellule diventano quindi tumorali a causa di danni al DNA (che contiene i geni) che si trova in ogni cellula e controlla tutte le sue azioni. Nella maggior parte dei casi, quando il DNA viene danneggiato, se la cellula non è in grado risolvere il problema si innesca un meccanismo di protezione che la porta a morire. Nelle cellule tumorali, invece, il DNA danneggiato non viene riparato, la cellula non muore come dovrebbe e continua a proliferare, creando così nuove cellule di cui il corpo non ha bisogno. Ad oggi quindi è accettata l’idea che alcune malattie, tra cui parte dei tumori, siano scritte nel proprio corredo genetico, cioè siano ereditarie. Tuttavia ci possono essere casi in cui le mutazioni che portano ad un’accrescimento smisurato siano causate da fattori ambientali o fattori come l’alimentazione, il fumo, l’esposizione ai raggi ultravioletti del sole che, andandosi a sommare con altre fragilità del corredo genetico, possono causare dei danni. I tumori possono essere divisi in benigni, nel caso in cui l’accrescimento cellulare sia localizzato in un’unica sede e porti quindi alla formazione di una massa, oppure maligni (cancro) se le cellule tumorali invadono i tessuti circostanti e in tal caso si parla di metastasi. Importante nella cura del tumore è proprio la prevenzione: prendere in tempo un tumore significa evitarne la diffusione, ed è infatti per questo che molti “vip” e dottori si battono, dal momento che sembra essere una delle armi più potenti per sconfiggere la malattia. La storia dell’oncologia affonda le sue radici negli antichi egizi, precisamente nel 1600 a.C. quando in due papiri vengono trovate le prime descrizioni del cancro. Dagli egizi in poi l’uomo cerca di conoscere e curare questa malattia; nel XVIII sec d.C. si comincia a parlare di cause ambientali del cancro: vengono infatti evidenziati per la prima volta gli effetti cancerogeni di alcune sostanze, tra cui il tabacco da fiuto responsabile del cancro del naso e la fuliggine, responsabile invece del cancro allo scroto degli spazzacamini. Ciò porta alla nascita di una nuova disciplina, l’oncologia medica. Nel XIX sec. l’oncologia è ormai diventata una scienza sperimentale multidisciplinare. Si comincia a capire che il cancro deriva da “errori genetici”, ma forse la prima vera svolta arriva nel 1903 con Maria Curie e il radio, metallo radioattivo efficace nel trattamento di tumori che poi porterà a quella che sarà la radioterapia. Nel 1913, sulla rivista femminile americana Ladies’ Home Journal compare un articolo che descrive i sintomi del tumore: “Ai primi sintomi sospetti, rivolgetevi a un bravo medico e chiedetegli la verità…Il rischio non è nell’intervento chirurgico, ma nell’intervento tardivo”. È la prima campagna pubblica di prevenzione che poi viene migliorata ulteriormente negli anni ’40 con nuove tecniche diagnostiche che raccomandano prevenzione e diagnosi precoce. Insieme alle scoperte sull’importanza della prevenzione, negli anni vanno avanti anche le scoperte per le cure che hanno portato, oltre alla chirurgia e alla radioterapia, all’avvento della chemioterapia. Negli anni ’60-70’ invece, continuano le scoperte sul DNA e sulla genetica che portano alla conoscenza delle cause che fanno sviluppare queste malattie. Un’ulteriore innovazione in campo della prevenzione si ha negli anni ’90, quando grazie al progresso dell’informatica vengono messi a punto nuovi mezzi per la diagnosi dei tumori, come la diagnostica per immagini che permette di visualizzare in dettaglio organi e tessuti. Da questo momento è possibile “vedere” il tumore, anche nelle sue primissime fasi, in aree del corpo non accessibili con l’esame fisico o con la sola radiologia. L’ultimo decennio invece si è incentrato sullo studio del genoma umano, mappato solo nel 2000; questa “rivoluzione genetica” contribuisce anche a una migliore determinazione della prognosi dei singoli tumori attraverso la caratterizzazione genetica della malattia nel singolo individuo. Dal 2000 i ricercatori lavorano sulla ricerca dei cosiddetti biomarcatori, o semplicemente marcatori, che fanno parte dei nuovi strumenti per determinare il rischio tumorale: si tratta di molecole che, se presenti o assenti nel sangue, permettono di capire se una persona è o meno a rischio di sviluppare un determinato tipo di tumore. In alcuni casi consentono anche di stabilire la risposta alla terapia o la progressione della malattia. Ad oggi, ogni giorno, in Italia si scoprono circa 1.000 nuovi casi di tumore. Si stima che nel nostro Paese vi siano più di 365.000 nuove diagnosi di tumore all’anno, circa 189.600 (52%) fra gli uomini e circa 176.200 (48%) fra le donne. Lo affermano i dati dell’Associazione italiana registri tumori (AIRTUM) relativi al 2016; da notare però che negli ultimi anni sono complessivamente migliorate le percentuali di guarigione: il 63% delle donne e il 57% degli uomini è vivo a cinque anni dalla diagnosi grazie soprattutto alla maggiore adesione alle campagne di screening. Molti tumori infatti potrebbero essere prevenuti o diagnosticati in tempo se tutti adottassero stili di vita corretti e aderissero ai protocolli di screening e diagnosi precoce. Forse uno dei problemi maggiori è che, in molti casi, si pensa che per prevenire una malattia grave come il cancro sia necessario sottoporsi a molti esami costosi, ma non è esattamente così: gli esami di diagnosi precoce sui quali c’è attualmente l’accordo di tutti gli esperti del settore sono pochi e relativamente semplici: si va da esami del sangue, a visite ginecologiche dettagliate, mammografia, analisi delle feci ed ecografie. Inoltre in Italia, in base a indicazioni del Ministero della Salute, il Servizio Sanitario Nazionale propone di partecipare gratuitamente a programmi di screening per la prevenzione dei tumori del seno, del collo dell’utero e del tumore del colon e del retto. Per poter partecipare basta o presentarsi presso la ASL locale con la tessera sanitaria e, a seconda del tipo di screening, si riceveranno le istruzioni relative alle procedure per presentarsi nei “mesi della prevenzione”in apposite strutture dove verranno effettuate visite di controllo. Nel 2017 per esempio, ottobre è stato il mese rosa, per la prevenzione del tumore al seno. Sono tante le iniziative che permettono screening gratuiti, come la manifestazione ‘Tennis&Friends‘ in collaborazione con la Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, la Federazione italiana tennis e il Coni. Durante l’evento, il pubblico presente può sottoporsi a check-up gratuiti per la prevenzione di patologie gastroenteriche, il controllo della pressione arteriosa e ricevere indicazioni per una sana alimentazione grazie ad un team di medici specialisti del policlinico Gemelli di Roma. Numerosi i testimonial che l’anno scorso ad ottobre hanno partecipato all’appuntamento per lanciare il loro messaggio sull’importanza di un sano stile di vita, come il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, Rosario Fiorello, Paolo Bonolis, Maria De Filippi. “Questa è un’iniziativa importantissima, che ormai fa parte un po’ della vita dei romani” – ha sottolineato Lorenzin – “e più di 7mila persone che vengono a fare screening gratuiti sono un ottimo modo per continuare quello che deve essere un intero anno dedicato alla prevenzione.” Come si può ben capire è molto importante che anche le personalità più note si impegnino in prima persona per sensibilizzare l’opinione pubblica in materia di controlli poiché la prevenzione è nelle mani di ognuno e può fare la differenza.