Ha trionfato la musica. Mai come in questa edizione il festival di Sanremo è stato un’ intensa ed emozionante celebrazione per la musica italiana in tutte le sue forme, dunque la gara non poteva che vincerla “non mi avete fatto niente” di Ermal Meta e Fabrizio Moro, che è indubbiamente la canzone più bella: per il tema trattato, per l’intensità della musica e del testo e anche per la grande prestazione dei due artisti sul palco, che si sono confermati come due cantanti molto bravi ed emotivamente potenti.
“Non mi avete fatto niente” è un brano forte e molto contemporaneo, visto che tratta il tema del terrorismo, è una rivendicazione delle nostre libertà, una ribellione rivolta a coloro che vorrebbero creare un mondo di odio, di paura e di lacrime. La canzone è stata resa ancora più significativa nella quarta serata del festival, quella dei duetti, quando Simone Cristicchi prima del brano ha letto la lettera scritta da Antoine Leiris, vedovo di una delle vittime della strage del Bataclan, nella quale afferma che né lui né il figlio odieranno i terroristi per ciò che hanno fatto, e che non gli impediranno di vivere la propria vita.
E pensare che per i due la settimana non era iniziata al meglio: dopo la prima serata infatti, sono stati accusati per plagio. Infatti il ritornello della loro canzone è molto simile a quello di un’altra, presentata due anni fa alle selezioni di Sanremo e successivamente scartata e mai commercializzata. Le accuse però erano infondate visto che l’autore del testo, Febo, è lo stesso di quella canzone, e che i due cantanti avevano già detto ai vertici dell’Ariston che si erano ispirati ad essa. Quando si è saputo, tutta l’Italia si è schierata con Meta e Moro e infatti i due non sono stati squalificati. È proprio il caso di dire che queste critiche “non gli hanno fatto niente”.
Nel complesso la sessantottesima edizione del Festival di Sanremo è stata molto apprezzata dalla critica e dagli spettatori, tanto che in termini di auditel ha raggiunto risultati straordinari, con ascolti record, fino ai 12,2 milioni spettatori e al 58,3% di share della puntata finale. Il direttore artistico Claudio Baglioni ha messo la musica al centro del villaggio, invitando quasi esclusivamente cantanti italiani (e facendo cantare in italiano anche i pochi stranieri). La conduzione è stata impeccabile, con Michelle Hunziker in splendida forma e Pierfrancesco Favino, che si è dimostrato molto versatile: oltre a essere un grande attore si è dimostrato conduttore, imitatore, cantante e ballerino. Chi più ne ha più ne metta. Baglioni ha lasciato a loro due la conduzione e ha preferito rispolverare il suo intero repertorio, duettando con tutti gli ospiti e cantando da solo.
Le critiche che si possono rivolgere a questa edizione riguardano certi sketch che, soprattutto nei primi episodi, erano imbarazzanti più che divertenti, e anche verso la gara dei big. È vero, va riconosciuto il lavoro di Baglioni, che ha avuto pochissimo tempo per preparare questa edizione e quindi ha fatto anche troppo, però alcuni cantanti in gara non erano assolutamente adatti ad essa. L’età media era molto alta, c’erano pochissime quote rosa e alla fine le canzoni che verranno ricordate di questa edizione non saranno moltissime.
La classifica finale ha rispecchiato i gusti degli italiani, e non ha scatenato polemiche sui social. Dopo i “MetaMoro” si sono classificati Lo Stato Sociale, che con “una vita in vacanza” hanno portato allegria e spensieratezza sul palco dell’Ariston, anche grazie ad una mitica 83enne ballerina acrobatica che ha rischiato la vita a ogni esibizione. Terza Annalisa, che sta crescendo sempre di più. Menzione d’onore per Ron, quarto, che ha portato una canzone inedita di Lucio Dalla molto profonda, e per i The Kolors, che hanno cantato per la prima volta in italiano.
Insomma, è stata un’edizione che ha mostrato la passione per la musica italiana, che sta riprendendo quota anche tra i giovani. E non potrebbe essere altrimenti. Viva la musica. Viva Sanremo.