La prima parte di campionato, come per le altre di Serie A, si è conclusa anche per la Fiorentina ed è quindi tempo di un primo bilancio per la squadra viola.
Dopo un’estate -che definire travagliata è fargli un complimento- la formazione di Pioli si trovava a fare i conti con club rinforzati dal mercato e con ambizioni europee importanti, visto l’aumentato numero di posti disponibili per la Champions.
Nella prime gare, infatti, i tifosi si erano già accorti che la loro squadra non era la stessa degli ultimi campionati, non solo per quanto riguardava i calciatori dentro il rettangolo di gioco, ma quanto più per il gioco espresso in campo. Non a caso, i primi mesi sono stati uno shock sotto questo punto di vista: una squadra disorganizzata, debole di testa e, soprattutto, con poche idee là davanti ha trascinato la Fiorentina a prestazioni talvolta delundenti talvolta addirittura imbrazzanti (vedi Crotone e Spal).
Piano piano però la mente lucida e pacata del mister Pioli è riuscita a mettere assieme i tanti pezzi di un puzzle appena comprato, trovando così le prime quadrature della sua nuova squadra secondo il suo stile di gioco equilibrato. A cominciare dalla difesa, divenuto poi il cardine nelle partite successive, a Firenze sono stati riscoperti i terzini, un ruolo misterioso e oscuro fino all’anno scorso, che, grazie a Biraghi e Laurini, sono diventati lo snodo tattico dell’offensiva viola. E i numeri parlano chiaro: solo nella partita con l’Inter sono arrivati una trentina di cross dentro l’area avversaria e nelle precedenti gare i gol erano arrivati proprio su spioventi dalla trequarti. E Simeone non può che ringraziarli visto che 5 dei suoi 7 gol sono arrivati proprio grazie ai cross precisi di Biraghi. Data questa abbondanza di palle gol in area si potrebbe pensare quindi a un attacco altrettanto prolifico; invece la Fiorentina di Pioli (come quella di Montella) crea tanto, ma sciupa in egual misura, tanto da essere la squadra che corre di più di tutto il campionato e quella con il maggior numero di conlcusioni fuori dallo specchio di porta. Dati che dovrebbero far riflettere Pioli e i suoi assistenti nella seconda metà di stagione.
Certo è che se la squadra crea tanto ma poi non concretizza, il problema è in primo luogo degli attaccanti e, in effetti, se da una parte si parla della Fiorentina come una delle migliori difese della Serie A, non si può dire lo stesso per quanto riguarda l’attacco. A favorire la scarsa realizzazione potrebbe essere stato lo stesso modulo di gioco adottato da Pioli, un 4-3-3 che abbandona Simeone nelle difese avversarie a fare a sportellate, con i vari Thereau e Chiesa dietro a cercare di liberarsi dalle marcature. I gol infatti sono quasi sempre arrivati dalle corsie e talvolta da palle inattive, dove Pezzella ha fatto da padrone, e su contropiede grazie alla velocità di Chiesa e Veretout. Quest’ultimo, insieme a Pezzella, è stato la rivelazione del mercato estivo e della prima parte di stagione: arrivato come mister nessuno, il centrocampista francese ha dato subito dato prova delle sue qualità balistiche e sfoggio della corsa, il suo vero punto di forza: recuperare palloni e smistarli subito dopo. L’argentino, invece, si è ambienato facilmente e celermente al campionato italiano prendenedo dalle mani di Astori le chiavi della difesa viola; grazie a Firenze è inoltre riuscito a guadagnarsi un posto tra i convocati nell’Albiceleste con la speranza ora di partecipare ai prossimi mondiali in Russia.
Al giro di boa della stagione, la Fiorentina si fa trovare con 28 punti in 20 partite, peggior risultato degli ultimi anni (anche Mihajlovic aveva fatto meglio) e con un nono posto in classifica a soli, però, 2 punti dalla zona Europa.
Partiti malissimo, i ragazzi di Pioli hanno saputo trovare la propria intesa di gioco durante questi mesi, ma sono comunque riusciti a dare poche gioie ai tifosi viola, che ora si aspettano un cambio di tendenza anche,e soprattutto, nel mercato di riparazione. La società però continua a mancare dal capoluogo toscano e sembra pronta a dare il via a un’altra sessione di autofinanziamento del mercato, dove prima si pensa a vendere e, poi, se c’è tempo, si compra qualcosa.
La mediocre prima parte di campionato è finita, ora resta solo da vedere se anche la seconda regalerà al “Franchi” prestazioni simili.