Il 26 novembre 2017, alle ore 18.00, al Nelson Mandela Forum di Firenze si è svolto lo spettacolo musicale di Jason Michael Paul: The Legend of Zelda: Symphony of the Goddesses. Lo spettacolo, nato nel 2012, ha viaggiato lungo diversi paesi di tutto il mondo, portando con sé numerose colonne sonore dei vari videogiochi della serie, e ieri ha messo piede sul suolo italiano. L’apparato musicale, composto da orchestra e coro, si è impegnato ad intrattenere il pubblico per due ore e mezzo, anche se per ingannare l’attesa pre-spettacolo è stato possibile visitare il merchandise ufficiale dello spettacolo, con magliette e poster inediti. Il presentatore, Jason Michael Paul, ha aperto le danze ringraziando il pubblico italiano e coloro che hanno reso possibile lo spettacolo, in particolare Massimo Collotta e Nintendo Italia. E in effetti non pochi sono stati gli appassionati che sono accorsi al concerto musicale, tanto da riempire quasi la metà dell’intero teatro. Ma non si trattava di soli appassionati della saga stessa, ma anche più in generale fan della grande N, oltre che ad alcuni Cosplayers vestiti da Ganon, Zelda e ovviamente Link. Dopo una breve introduzioni con clip tratte da passaggi più o meno importanti della saga, lo spettacolo ha avuto inizio, e contemporaneamente all’esecuzione dei vari brani è stato possibile ammirare sul grande schermo del Nelson Mandela clip tratte direttamente dai vari giochi di appartenenza delle numerose colonne sonore. Tra i tanti sono stati presenti Wind Waker HD, Ocarina of Time, Majora’s Mask, A Link Between Worlds, Skyward Sword, Twilight Princess HD, A Link to the Past, Link’s Awakening DX e ultimo ma non ultimo (tanto che la sua colonna sonora è stata eseguita dopo i ringraziamenti, come un bonus) Breath of the Wild. Sul grande schermo, in diversi punti dello spettacolo, hanno anche fatto la loro comparsa personaggi importanti che hanno contribuito allo sviluppo della saga: Shigeru Miyamoto, dicendo di aver cominciato a lavorare alla serie trent’anni fa ormai. Voleva creare un gioco in cui giocatore e personaggio giocato potessero crescere insieme, e da qui è nato il personaggio di Link. All’epoca le console basavano i loro suoni su un piccolo cicalino, e per migliorare l’esperienza uditiva è stato introdotto il timbro a campana. Da allora in poi le musiche non hanno fatto altro che migliorare, diventando una parte fondamentale del gioco, specialmente in Ocarina of Time; Eiji Aonuma, produttore della serie, ha parlato di come in Hyrule Historia (manuale di gioco con approfondimenti sulla lore della saga) abbia raccontato che ogni gioco rappresenta per lui e il suo team un viaggio in mari ignoti. A volte le acque sono tranquille, a volte in tempesta, altre volte non sempre è possibile mantenere la rotta desiderata, ma l’obbiettivo è sempre uno solo: raggiungere terre non ancora esplorate. Non sempre ci si riesce, finendo su isole già scoperte. Ma non per questo bisogna demoralizzarsi, ma anzi pensarlo come un punto di inizio per una nuova spedizione; Koji Kondo, autore di molte colonne sonore, ha sottolineato l’importanza di queste stesse. Il loro scopo è quello di stimolare i sentimenti dei giocatori, di empatizzare con loro. La musica li lega al mondo di gioco, ed è quindi fondamentale che sia ben realizzata, motivo per cui prende molto seriamente il suo lavoro. I tre hanno ringraziato il pubblico per la presenza alla fine dello spettacolo, seguiti dall’orchestra intera, che comprendeva xilofoni, flauti traversi, flauti dolci, tromboni, tube, corni, batteria, piatti, violoncelli, viole, contrabbassi, arpe e il coro. L’unica nota (non dell’orchestra!) che ha stonato in tutto lo spettacolo è il fatto che, verso la metà, un quarto del maxischermo si è glitchato, riproducendo immagini distorte e diverse da quelle del resto del proiettore. Ciò nonostante, presa coscienza dell’errore, dopo un quarto d’ora lo staff del Mandela Forum ha risolto il problema, con tanto di applauso del pubblico. In generale lo spettacolo intero ha riscosso molto successo tra i presenti in sala, con tanto di direttore d’orchestra che, scherzosamente, chiedeva applausi sempre più forti al pubblico, e vedendo esaudita la sua richiesta di volta in volta. Questo successo fa ben sperare che in futuro la penisola italiana possa essere nuovamente palcoscenico di tale melodia, forse in metropoli più affollate.