Giunti al termine di un’altra stagione di motori, è proprio il caso di dire che quest’anno, per i tifosi italiani, è stata un’annata abbastanza -per usare un eufemismo- sfortunata.
A fine marzo chiunque avrebbe messo la firma per avere un Sebastian Vettel vice-campione del mondo e un Andrea Dovizioso con lo stesso destino: il problema è che i “nostri” piloti ci sono andati anche troppo vicini all’iride stagionale, e adesso rosicare è il minimo che si possa fare. Sì perchè l’Italia dei motori è già da troppo tempo che non si piazza sul gradino più alto del podio a fine campionato e quest’anno sembrava poter essere veramente quello giusto per farlo.
Formula Uno: 26 marzo 2017, Vettel vince la prima gara della stagione in Australia battendo lo strafavorito Lewis Hamilton. E già lì eravamo impazziti; non fosse stato che il pilota della Ferrari sia stato primo nel mondiale per più di metà stagione. Ecco dove sta la beffa. Nel vedersi passare davanti un campionato quasi perfetto, fatto di tanti podi, gare vinte (dopo le zero nel 2016!) e prestazioni in cui anche quelli della Mercedes rimanevano a ttaccati alla marmitta del cavallino rampante. Eppure basta un attimo, una gara, una curva, un episodio per mandare all’aria tutto ciò di buono fatto fino a quel momento. E nel caso di Vettel si tratta del gran premio di Singapore, alla prima curva -anzi no, perchè a quella non ci arriverà mai- con un pilota avversario che definire pericoloso è fargli un complimento. Grazie Verstappen. Grazie Red Bull. Magari foste rimasti fermi come a inizio anno, con una monoposto da Formula E e con un motore meno sviluppato di quello della Honda, e forse quel titolo, maledetto ormai, lo avremmo vinto noi. Ma coi se e coi ma si va da poche parti, e se poi ci aggiungi candele difettose e improvvisi problemi al cambio, la fine è la solita: quella di veder festeggiare gli altri.
Molti hanno attribuito la colpa degli “incidenti” alla sfortuna, altri alla poca attenzione degli uomini di Maranello ai dettagli (fondamentali in F1) e altri ancora alla, ormai, persa abitudine di portare a casa i titoli mondiali. Quello che manca da 10 lunghissimi anni e che l’anno prossimo sarà d’obbligo tentare di vincere.
Grazie comunque Seb, ci ha provato, ci eri quasi riuscito, ma non è bastato.
Moto GP: se in Formula Uno la corsa al titolo è stata fin da subito un affare a due, la stessa cosa non si può dire per quanto riguarda le moto. Vinales, Rossi, Lorenzo, Marquez ma soprattutto Dovizioso partivano tutti alla pari per portarsi a casa il titolo iridato. Com’è andata a finire poi lo sappiamo tutti, ma qui, ancora più che nelle quattro ruote, abbiamo lottato fino all’ultima curva.
Dopo circa metà stagione la situazione era chiara: a contendersi il mondiale sarebbero stati lo spagnolo della Honda Marquez e il talento, non più così giovane, del DesmoDovi su Ducati. Un italiano su una moto italiana, che c’è di più bello di vederlo vincere e far sognare i tifosi di Vale e non solo. Sì perchè quando il dottore è caduto in allenamento fratturandosi tibia e perone, rinunciando così a qualunque ipotesi mondiale, tutto il tifo degli italiani si è spostato sull’altro pilota romagnolo, Dovizioso appunto. E mai come quest’anno era stato competitivo, correva libero -senza troppi pensieri- con un compagno di squadra che presto ha capito che non era lui a dover lottare per il titolo e con una moto, quella soprattutto, che non era mai stata così adatta a ogni tipo di circuito. Tutto questo si è visto all’ultima gara, quando il Dovi, dopo averle provate tutte, va fuori pista e si arena nella ghiaia valenciana e vede il suo rivale vincere un mondiale che fino a pochi mesi prima poteva essere suo. Ecco lì la reazione, quella più vera, è stata proprio quella dei suoi ingegneri di pista che hanno sorriso difronte a una stagione sfortunata sì, ma combattuta fino alla fine.
Ci hanno messo l’anima, hanno vinto tante gare, hanno regalato tante gioie agli italiani, ma non è bastato, ancora una volta a vincere sono stati gli altri. Più forti? Forse. Più fortunati? Quello sicuramente sì. Grazie comunque ragazzi, sarà per il prossimo anno…