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Le interviste del Leo 4: : ANDREA COPPOLA, DA COUNTRY MANAGER A CEO.

Andrea Coppola: dopo essersi laureato in psicologia del lavoro e delle organizzazioni nel 2003, ha effettuato un master in gestione e sviluppo delle risorse umane. Ha lavorato per alcuni anni nel settore alberghiero per poi approdare a quello delle spedizioni internazionali. Per 14 anni ha lavorato presso diverse realtà della logistica e spedizioni internazionali fino a ricoprire la posizione di Country Manager per l’Italia di una società multinazionale operante proprio in quest’ultimo ambito. Dopo questa esperienza, da qualche mese a questa parte ricopre la posizione di Amministratore Delegato presso la MINT ITALIA  (sede a Scandicci, FI),  società che opera appunto nel campo delle spedizioni internazionali, operando da e verso oltre di 150 paesi nel mondo. MINT ITALIA si occupa per lo più della gestione di merci destinate al consumo umano e che necessitano di essere trasportate secondo determinati requisiti sanitari e spesso a temperatura controllata. Al contrario delle tipiche società di spedizioni che tendono ad occuparsi di ogni tipo di merce, Mint lavora in un settore molto di nicchia: farmaci, integratori alimentari, cosmetici, vini pregiati e formaggi. La società offre ai clienti tutti quei servizi legati all’attività di movimentazione merci internazionale, consulenza doganale e nazionalizzazione dei beni nei vari paesi del mondo. Oltre a ciò vende il servizio di coordinamento della supply chain ovvero il coordinamento attraverso questa rete di fornitura selezionata (supply chain) con la quale si fanno accordi e che si utilizzano a seconda delle diverse necessità. 

Per il trasporto di questa tipologia specifica di merce vi servite di mezzi speciali?

“Si, ma noi non possediamo mezzi, però abbiamo una supply chain ben strutturata e ben organizzata, cioè selezioniamo una rete di fornitori che ci mettono a disposizione, in base alle necessità, dei camion refrigerati, degli spazi in stiva refrigerati nel caso di spedizioni aeree o container refrigerati nel caso di spedizioni via mare.”

Quali sono le fasi gestionali di un processo di spedizione?

“Ti faccio un esempio, se dovessimo trasportare un container di vino a Shanghai noi per poter erogare questo servizio di consegna door to door, abbiamo bisogno innanzitutto di un container vuoto che ci mette a disposizione la compagnia navale, poi abbiamo bisogno di una motrice che vada ad agganciare il container al porto, che verrà portato alla cantina in cui dovrà essere caricato il vino, e poi verrà ritrasportata al terminal; poi abbiamo bisogno di contrattualizzare il servizio di movimentazione portuale, quindi la gru che posizionerà il container dal camion al terminal e da lì sulla nave, poi che una compagnia navale ci venda dello spazio a bordo della propria nave, per garantire il trasporto fino al porto di Shanghai. Da lì avremmo necessità, in modo speculare, di servizi portuali che possano movimentare il nostro container al terminal, poi un’altra società di trasporti che aggancerà il container e lo trasporterà a destinazione. Quindi all’interno di questo processo ci sono tipicamente dai 6 ai 12 segmenti, ognuno dei quali è gestito da una società di fiducia, che ha un contratto con noi e che noi coordiniamo per poter offrire al cliente un flusso unico.”

La crescente crisi economica mondiale influenza in qualche modo la sua attività?

“I settori all’interno di cui operiamo sono 3 macrosettori: farmaceutico, vinicolo e cosmetico. Questi tre attualmente hanno un valore in export in forte crescita, quindi se questi crescono noi lavoriamo di più. Invece se lavorassimo in quei settori che presentano decrementi rispetto agli anni precedenti avremmo dei problemi di decrescita. Quindi se i settori in cui lavoriamo sono in crescita, allora anche il nostro fatturato cresce sulla scia della forte spinta export che questi stanno avendo ultimamente.”

Secondo lei il settore delle spedizioni ha subito grandi cambiamenti rispetto 10 anni fa?

“Negli ultimi 10 anni il settore è radicalmente cambiato, ma non nelle dinamiche, che sono rimaste più o meno le stesse. Ciò che è cambiato molto sono i tempi con cui alcuni processi vengono gestiti. Prima un processo di spedizione veniva gestito dall’elaborazione dell’offerta commerciale, all’elaborazione dei documenti di viaggio, alla effettiva movimentazione delle merci. Dieci anni fa questo processo aveva una tempistica estremamente più lenta rispetto ad adesso. Adesso un’offerta commerciale si fa in pochi minuti, l’emissione e la trasmissione dei documenti si effettua a livello immediato. La comunicazione con i corrispondenti esteri deve essere immediata, perché noi ovviamente per poter consegnare una spedizione abbiamo bisogno che il nostro corrispondente estero la prenda in carico, acquisisca le informazioni che noi gli trasmettiamo e le elabori; per fare questo basta una connessione skype o whatsapp, o comunque un’app di trasmissione dei dati immediata. Perché nel momento in cui effettuo o comunque immetto un dato nel sistema operativo sulla spedizione che sto effettuando, quel dato deve essere immediatamente disponibile ovunque. Quindi per forza di cose i tempi di gestione dell’intero processo si sono notevolmente ridotti. Questo è positivo perché consente alla stessa impresa di gestire un volume di lavoro maggiore rispetto a 10 anni fa con la stessa forza lavoro. Però è anche vero che l’aumento di velocità fa sì che il livello di attenzione debba essere molto alto e sostanzialmente più faticoso, perché se prima un operatore gestiva 4 pratiche adesso ne deve gestire 8, dato che ha degli strumenti a disposizione che gli consentono di poterlo fare, come i software più evoluti, e i servizi di trasmissione immediata.”

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