Sala piena per l’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, un’opera piacevole e “giovanile” in scena al Maggio Musicale Fiorentino dal 21 al 26 ottobre per un totale di tre recite.
La regia di Pier Francesco Maestrini si conferma come funzionante e indovinata, e anche in teatro non perde la freschezza e la fluidità che la caratterizzava alla rappresentazione estiva nel cortile di Palazzo Pitti. La scenografia viene leggermente mutata per adattarla alla sala, ma in un contesto molto particolare e curato, vede l’aggiunta di un grande fondale raffigurante una campagna ondulata, mentre luci e colori simulano i cambiamenti nel corso delle diverse ore del giorno. La grande pompa eolica, originariamente in primo piano, diviene solo un elemento sullo sfondo del paesaggio. Permangono gli Hare Krishna, i simil – Village People, i cow-boys, le ragazze in hot pants a ombelico scoperto, gli uomini in salopette e camicie a quadri, il bourbon al posto del bordeau, il toro meccanico, il banchino per i baci, il microfono per esibizioni canore e il poliziotto manesco che accompagna Dulcamara, a bordo di una macchina sportiva rombante del tutto inaspettata dal pubblico che ha molto apprezzato l’effetto scenico. Rimangono anche l’Adina’s road-food, con tanto di cartellone pubblicitario che promette pollo fritto a soli due dollari, e il travestimento gallinaceo di Nemorino.
Poche imperfezioni ma, purtroppo “pesanti”: il coro dei soldati con la canzoncina guerraiola che abbiamo imparato a conoscere nel film Full Metal Jacket, solo che, invece dell’esibizione “sul silenzio” come avvenne nel 2016, tra il rullo dei tamburi e prima della marcia militare, ora viene investita anche quest’ultima vreando una caotica cacofonia..
Infine non manca qualche gag sopra le righe, come l’interpretazione un po’ troppo accentuata del fortunato (dopo tanto patire!) Nemorino con Adina, che si sono lasciati andare a “effusioni” molto evidenti, giustamente ottenute dopo una lunga fatica… comunque apprezzate da un pubblico ampio e folto di giovani, ma non sempre del tutto educato per scricchiolii di caramelle e bottiglie.
Interpreti e direttore:
Gli interpreti dimostrano quasi tutti una bella disinvoltura scenica e scioltezza nelle varie situazioni, in uno spettacolo che si conferma ancora una volta gradevole e divertente.
Juan Francisco Gatell (tenore, Nemorino) ottimo attore nella parta di ragazzotto ingenuo e strapazzato dagli eventi. Sul piano vocale, ha una voce da tenore leggero e questo non sempre si addice al ruolo. Impacciato e incerto all’inizio (soprattutto nell’aria Quanto è bella ) migliora nel procedere dello spettacolo grazie a un buon fraseggio e a un discreto timbro, Nell’aria più celebre (Una furtiva lacrima) l’attacco è un po’ troppo brusco , ma poi la affronta con la dovuta dolcezza e piacevolezza del timbro, riportando un discreto successo
Mihaela Marcu (soprano, Adina) Bravissima sul piano scenico, brava su quello vocale anche se la dizione e la declamazione non sono sempre chiarissime. Soprano lirico, ha un timbro piacevole e luminoso e una discreta potenza; da migliorare le colorature.
Fabrizio Beggi (Dulcamara, basso) pressoché perfetto nel ruolo di … ciarlatano venditore di pentole, è stato un personaggio credibile e a suo modo simpatico, discreto anche sul piano vocale: dotato di buona dizione e eccellente nel sillabato,appare a volte un po’ forzato negli acuti, ma nel complesso buono.
Marco Bussi (Belcore, Baritono) Anche lui ottimo attore e discreto cantante, anche se un po’ rigido nelle “agilità”.
Orchestra e coro del Maggio Musicale Fiorentino: eccellente la prestazione (anche sul piano scenico) del coro preparato dall’abilissimo Lorenzo Fratini, e dell’orchestra diretta dalla esperta bacchetta di Fabrizio Maria Carminati. Quest’ultimo ha dato una lettura veloce e scattante, con verve quasi rossiniana ma senza trascurare i passaggi più patetici ed elegiaci, gestendo con professionalità il rapporto tra fossa d’orchestra e palcoscenico, anche se in qualche momento è apparsa qualche lieve sfasatura.