Si conclude al Maggio Musicale la maratona pucciniana con la terza grande opera del compositore toscano: la Tosca. Una storia di passione e intrighi, un triangolo amoroso tra lei, Floria Tosca celebre cantante, lui, il pittore Mario Cavaradossi, e l’altro, il perfido barone Scarpia capo della polizia. Morte, ricatti, illusioni e inganni: tutto questo è la Tosca.

Il regista Federico Bertolani spiega in un video pubblicato sulla pagina del teatro come si sono posti lui e i suoi collaboratori di fronte all’opera pucciniana, soffermandosi in particolar modo sullo scritto dello stesso autore che ha ispirato questa rappresentazione. “Nello scritto Puccini parla del finale dell’atto primo dell’opera, il Tedeum, il quale viene richiesto come un brusio lontano”. Presto detto. Insieme allo scenografo dello spettacolo Tiziano Santi si sono creati due ambienti diversi all’interno del palcoscenico. La cosiddetta “scatola” principale dove si svolgono le scene che riguardano propriamente la storia e tutta la romanità di Tosca e all’esterno lo spazio dedito a raccontare tutto ciò che il compositore pone come sfondo della vicenda. Vi sono comp’resi quindi la funzione religiosa del tedeum, la funzione pagana della cantata e alla fine dell’atto III un grande squarcio su Roma.

L’allestimento è tutto nuovo, simbolico, i costumi realistici di Valeria Donata Bettella.  La direzione d’orchestra è affidata a Valerio Galli.

Mentre la rappresentazione della Bohéme volge al termine ( ultime rappresentazioni sabato 23 settembre ore 20:00, mercoledì 27 settembre, ore 20:00 e sabato 30 settembre alle 15:30) arriva  questo nuovissimo allestimento, dal 22 settembre fino all’1 ottobre , per cinque rappresentazioni in programma dal 22 settembre 2017 alle ore 20 e fino a domenica  1.

Floria Tosca  Francesca Tiburzi

Mario Cavaradossi Stefano La Colla

Il barone Scarpia Angelo Veccia

Sagrestano Nicolò Ceriani

Cesare Angelotti Luciano Leoni

Spoletta Rim Park

Sciarrone Jungmin Kim

Un carceriere Vito Luciano Roberti

Un pastore Chiara Beccheroni/Pietro Beccheroni

LA TRAMA DELL’OPERA

L’azione è a Roma nel 1800.  Angelotti, ex console della spenta Repubblica Romana è fuggito da Castel Sant’Angelo e trova rifugio nella chiesa di Sant’Andrea della Valle, dove sua sorella ( la Marchesa Attavanti) ha nascosto degli abiti femminili  per farlo passare inosservato. La donna è stata ritratta a sua insaputa dal pittore Marcio Cavaradossi, il quale scorge  Angelotti che conosce da tempo e ne apprende la situazione. Improvvisamente vengono interrotti dall’arrivo di Tosca, che, riconoscendo nel dipinto della Maddalena la marchesa, fa una scenata di gelosia al pittore, che a stento riesce a calmarla e congedarla. Angelotti esce dal suo nascondiglio e  Mario lo manda in una sua villa per nascondersi.  Giunge, Scarpia capo della polizia che sospetta fortemente di Cavaradossi . Per trovare Angelotti cerca di coinvolgere Tosca facendo leva  sulla sua morbosa gelosia.

Mentre a Palazzo Farnese Scarpia sta cenando Cavaradossi viene condotto in ceppi, ma  si rifiuta di rivelare dov’è Angelotti e viene sottoposto a tortura.  Arriva  Tosca che sconvolta dalle grida dell’amante rivela il nascondiglio di Angelotti, con ira e sgomento del pittore che Scarpia  condanna a morte.  Per la disperazione Tosca acconsente a cedere a  Scarpia se questi acconsentirà di liberare Mario. Scarpia convoca uno dei suoi sbirri  e con mezzi discorsi lascia credere a Tosca che la fucilazione sarà simulata e i fucili caricati a salve. Mentre il barone sta scrivendo il salvacondotto che li porterà fuori dallo Stato Pontificio, Tosca aggredisce Scarpia e lo pugnala.
All’alba sui bastioni di Castel Sant’Angelo, Mario è pronto al suo destino e scrive un’ultima lettera d’amore a Tosca che nel frattempo arriva egli rivela di aver ucciso Scarpia, la fucilazione “simulata” e ridendo gli raccomanda di “cadere bene” sotto i colpi di fucile.  Ma la fucilazione è autentica, Cavaradossi muore e Tosca inseguita dagli  uomini di Scarpia, che hanno scoperto la morte del barone,si getta dagli spalti del castello.

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