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A Torino il cuore non basta: Viola bene solo a metà, il resto è tutto bianconero

All’uscita dei calendari questa è sempre la partita più attesa, quel “derby” che Firenze aspetta ogni anno e non vede l’ora di giocare, magari per vendicare sconfitte passate o per assistere a una vera “partita di calcio”. In poche parole: Juventus-Fiorentina.

Anche se i tifosi viola vedono come “la partita dell’anno” quella che si disputa al Franchi, lo scontro con gli odiati gobbi  a Torino ha sempre il suo fascino e per questo vale più che di un semplice incontro di campionato. Poche, rarissime volte i gigliati si sono presentati a casa della Vecchia Signora da favoriti e -senz’altro- questa non era una di quelle occasioni.

Dopo il più che altalenante inizio di campionato segnato da due sconfitte e due successive vittorie, la squadra di Pioli arrivava all’Allianz Stadium con sì poco da perdere, ma altrettanta voglia di fare bene contro i rivali di sempre. Il turno infrasettimanale, però, metteva di fronte due squadre con idee diverse: da una parte, i padroni di casa, reduci da sole vittorie in campionato ma con la Champions alle porte e dall’altra una Fiorentina in forma ma ancora tutta da conoscere dopo la rivoluzione estiva.

 

Molti erano gli assenti illustri quindi nell’undici di partenza scelto da Allegri che, dopo la batosta di Barcellona, riproponeva Bentacur e Sturaro (quest’ultimo in un ruolo completamente diverso da quello in cui è abituato a giocare) ma non voleva rinunciare ai suoi uomini di fiducia là davanti. Pioli, invece, ha seguito il tutto fuor che scontato “squadra che vince non si cambia” con la sola eccezione di Laurini, più adatto a coprire di Bruno Gaspar come terzino destro.

 

Sorprendentemente il primo tempo si è chiuso in parità con due squadre molto chiuse e attente nello studiare le tattiche dell’avversario; un bene questo per i viola che partivano dalla convinzione che un punto era più che un ottimo risultato in casa dei bianconeri. La difesa aveva retto bene alle incursioni offensive dell’ex Cuadrado a destra e a quelle di Mandzukic sulla fascia mancina, quest’ultimo ingabbiato dal preciso Laurini che vestiva la maglia viola per la prima volta. Peccato sia durato solo a metà il suo esordio…

Minuto 50: svolta della partita. Ammonito e reduce da un infortunio al polpaccio, Pioli decide di sostituire il terzino francese con il più offfensivo Gaspar, quello che poi sarà il vero colpevole della sconfitta dei viola. Mandzukic ci mette poco a capire che sulla destra la Fiorentina ora è vulnerabile e fa impazzire il neo entrato anticipandolo subito sul gol del vantaggio Juve, quello sarà uno dei tre tiri in porta finali dei padroni di casa, quasi mai pericolosi e lontani dalla migliore condizone fisica.

Dall’altra parte però i meccanismi offensivi non girano correttamente e Simeone e Benassi vengono letteralmente mangiati vivi dalla difesa “toscana” della Juventus che vacilla solamente a causa di qualche sporadica giocata del buon Thereau. Ma che la chiave tattica dell’incontro fosse il cambio di Laurini questo lo si era capito dal primo piede messo in campo da Gaspar, e le cose non fanno che peggiorare. Infatti, sempre su quella fascia, Matuidi si inserisce e trova prima il rigore (poi annullato dalla Var) e quindi l’espulsione di Badelj, il quale si trovava in una posizione di campo non sua per sanare agli svarioni del tornante portoghese. Con un uomo in meno, per gli uomini di Pioli è quasi impossibile dettare il gioco e rendersi pericolosi, solo qualche contropiede sciupato da Chiesa e Simeone impensierisce la retroguardia bianconera, ma la porta sembra inarrivabile.

 

Zero tiri in porta, un’espulsione e un gol subito è il resoconto finale per i viola, da leggere però in chiave positiva essendo riusciti a non staccare mai la spina e a tenere testa per quasi un’ora ai sei volte consecutivi campioni d’Italia. Pioli dovrà ancora lavorare molto per avere una squadra competitiva con tutti e dovrà anche stare più attento alle sostituzioni (meglio tenere uno acciaccato che uno che non sa difendere) ma la giovane Fiorentina è sulla buona strada e con la Juventus lo ha più che dimostrato.

 

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