Dopo un’estate piena di cambiamenti e rivoluzioni quello che il calendario di Serie A offriva alla Fiorentina alla prima giornata non era certo una passeggiata di salute. Esordire infatti in uno stadio colmo di tifosi avversari (50mila) contro una squadra rinforzata dal mercato e carica a pallettoni non era ciò che la squadra di Pioli avrebbe desiderato. Se poi ci mettiamo anche che scendevano in campo 7 nuovi giocatori che probabilmente non si conoscono nemmeno per nome, il risultato finale di Fiorentina – Inter è un 3-0 senza tanti giri di parole.
Al ballo dei debuttanti, i giovani gigliati non hanno indossato il giusto smoking, quello adatto a serate di gala dove conta il carattere ma anche una certa tecnica di base. Quella tecnica e padronanza di gioco che Vitor Hugo e Tomovic non hanno dimostrato, al pari della poca personalità e grinta messa in campo da Benassi e Simeone. Insomma un flop (quasi) totale quello dei ragazzini viola che, però, hanno dalla loro il fatto di essere la squadra più giovane del campionato con pochi allenamenti alle spalle.
Partita che inizia subito in salita per gli ospiti in maglia bianca (quella del rione di Santo Spirito, ultimi vincitori del calcio storico) con un rigore realizzato da Icardi, in precedenza affossato in area da un maldestro Astori. Rigore -tra l’altro- concretizzato in maniera irregolare visto che al momento della battuta c’erano più giocatori in quell’area che nel resto del campo, ma a questo il nuovo VAR non ci pensa perchè troppo impegnato a giudicare questioni più importanti. Come il rigore su Simeone, più evidente di quello su Icardi ma “guardato” e non assegnato dal fischietto di Tagliavento.
Al di là, comunque, della tecnologia che aiuta (o confonde) gli arbitri, la partita ha visto per tre quarti di gara comandare i padroni di casa che correvano liberi nelle praterie lasciate dai difensori di Pioli ancora non attenti a seguire le manovre difensive del nuovo mister.
Sprazzi di bel gioco si sono comunque visti, a cominciare dal veloce Gil Dias allo scaltro Eysseric passando per le verticalizzazioni del francese Veretout, autore anche di un palo interno che Handanovic ancora aspetta di vedere. Certamente questa nuova squadra, tutta giovane e molto “ye-ye”, deve ancora trovare la sua identità di gioco, orfana di un tiqui-taca e un pressing ossessivo che Borja Valero e Kalinic sapranno insegnare ai loro nuovi team.
Il modulo di Pioli, il 4-2-3-1, sembra non essere compatibile con tutti gli undici in campo, vedasi -ad esempio- Benassi che da mezzala di ruolo si ritrova alle spalle della punta e non sa bene chi o cosa servire coi suoi passaggi. Infatti potrebbe sembrare più adatto un modulo con i tre di centrocampo vicini, magari con Sanchez davanti alla difesa a fare da vertice basso nel triangolo con Veretout e l’ex Torino, lasciando più spazio alle due ali.
Ciò che invece non ha proprio funzionato è stata la retroguardia, mai in linea e debole lateralmente con Tomovic e Maxi Olivera perennemente fuori posizione; ma anche i due centrali non sono stati da meno: Astori ha procurato un rigore a sfavore e Hugo ha spalancato la porta agli avversari in più occasioni.
Ancora è presto per dare giudizi e fare previsioni su quello che sarà il campionato viola, ma una cosa è certa: società e allenatore dovranno rimboccarsi le maniche perchè quella vista a S.Siro non è certo una squadra degna del nome che porta.