Bernardeschi, Berardi, Donnarumma e Gagliardini sono solo alcuni dei grandi nomi che il ct dell’under 21 azzurra Di Biagio ha portato in Polonia alla ricerca del titolo europeo. Infatti, non ci vuole molto- basta guardare negli annali- per capire che la nazionale che scenderà in campo in questa seconda metà di giugno è la migliore che sia mai arrivata a una competizione ufficiale nella storia del calcio tricolore. L’undici iniziale che ha affrontato la Danimarca nella gara inaugurale era composto da tutti titolari di Serie A, senza eccezione delle big come Inter, Milan e Fiorentina. La prima è andata a buon fine, con una vittoria- forse non del tutto convincente – su una nazionale altrettanto preparata e organizzata come quella danese e che ha regalato agli azzurrini tre punti fondamentali in chiave qualificazione.

Il format della competizione, infatti, prevede che solo le prime di ogni girone più la migliore seconda accedano alle semifinali e quindi già la prima gara, paradossalmente, è da dentro o fuori. Le nazionali partecipanti sono in tutto 12 e, tra le più accreditate, figurano la Spagna del baby fenomeno Asensio, il Portogallo dell’ “italiano” Bruno Fernandes e la Germania del talentuoso Max Meyer.

Insomma l’Europa si prepara alla sfida di queste baby nazionali che tanto giovani in realtà non sono, vista la possibilità di ogni rosa di portare due fuori quota (ovvero giocatori che hanno più di 21 anni) e visti i talenti partecipanti che sono, per la maggior parte, dei veterani dei loro rispettivi team.

ITALIA: ct Di Biagio. Come detto sopra, la miglior rosa U21 mai vista, piena di giovani campioni e promesse che devono ancora sbocciare. Giocatore chiave: Bernardeschi, il talento viola cerca consacrazione a livello europeo ma anche di mettersi in mostra agli occhi dei grandi club. Punto debole: forse la poca attitudine al gioco di squadra. Quando una rosa, soprattutto se una nazionale, è così ricca di fior fior di giocatori, non è sempre facile trovare la giusta quadratura tra le loro potenzialità tattiche e questo sembra essere il limite che si è evidenziato nella prima partita.

SPAGNA: ct Celades. Dopo gli azzurri, i primi candidati al titolo, proprio loro che cercano la quinta vittoria in questa competizione (l’ultima in finale contro l’Italia) e che hanno portato a Cracovia giocatori del calibro di Asensio, Deulofeu, Saùl e Bellerìn. L’esordio è stato a dir poco perfetto con i cinque gol rifilati alla Macedonia- squadra tutt’altro che materasso, avendo eliminato la Francia- con una pregievole tripletta del madridista Asensio. Punto debole: non sembrano avere punti deboli…
INGHILTERRA: ct Boothroyd. Da sempre il calcio inglese ha regalato poche gioie con la nazionale maggiore ma diverse soddisfazioni con quelle minori (basti vedere la recente vittoria al mondiale U20). La nazionale che arriva in Polonia non sembra però essere composta da giocatori già affermati- a differenza dell’Italia- ma da un gruppo di giovani militanti nelle serie inferiori inglesi. L’ex Napoli Chalobah e Gray del Leicester possono rivelarsi i giocatori chiave di una nazionale che farà più affidamento al gioco di squadra anziché quello individuale.

GERMANIA: ct Kuntz. La nazionale tedesca arriva a questo europeo al 50% del suo potenziale a causa di una Confederations Cup che l’ha privata dei suoi migliori giovani. Infatti il ct Low ha preferito non convocare i campioni affermati in Russia ma portare una rosa sperimentale in vista del prossimo mondiale. Giocatore chiave: Meyer

PORTOGALLO: ct Romeu. Anche qui vale un po’ il discorso fatto per la Germania, visti gli impegni di Confederations dei lusitani. Detto ciò, Bruno Fernandes, Bruma e Sanches non fanno certo sfigurare la nazionale campione d’Europa che sogna una doppietta storica per il proprio paese.

 

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