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SOLO BELCANTO: Alla fine dell’estate Montisi… riverdisce. Con un’intervista al direttore artistico Giovanni Vitali.

Questo agosto, torneranno verdi le colline senesi abbrustolite dal sole toscano. Verdi con la V maiuscola. In occasione non tanto di un provvidenziale acquazzone estivo (o almeno si  spera), quanto della quarta edizione del Festival Solo Belcanto, quest’anno dedicato alla figura di Giuseppe Verdi.

Alle 19:00 del 18 agosto, al Teatro della Grancia di Montisi si aprono le danze con il primo dei due spettacoli dedicati alle muse del compositore, Giuseppina Strepponi e Teresa Stolz. La Peppina rivestì diversi ruoli di fondamentale importanza nella vita di Verdi, prima come interprete di opere quali Oberto conte di San Bonifacio, Nabucco ed Ernani, quindi come compagna di tutta una vita, anche a fronte di tutte quelle ombre (non ultima la passione con la Stolz, o il passato travagliato della stessa Strepponi) che pure oscurarono parte di quel mezzo secolo speso insieme.
Rievocare la sua figura spetta al soprano Silvia Dalla Benetta, accompagnata dal pianista Michele D’Elia, con cui aveva già diviso gli applausi lo scorso anno nel loro recital dedicato a Marietta Piccolomini. Al loro fianco, il baritono emergente Leon Kim.

Il 19 agosto si passa a rendere omaggio a Giulio Neri, leggenda della lirica italiana del Novecento, con una voce di basso profondo (oggi più unica che rara) che toccava il Do1. Caratteristica, questa, che lo rendeva particolarmente adatto a rendere le figure (benché antitetiche) di demoni e sacerdoti. Non a caso, fu interprete di riferimento di Sparafucile nel Rigoletto, del Padre Guardiano nella Forza del destino, di Ramfis nell’Aida e soprattutto del Grande Inquisitore nel Don Carlo. Il suo repertorio fu in realtà molto più ampio, e spaziava dalle opere di Monteverdi a quelle dei compositori del primo Novecento, passando per Wagner nel periodo in cui le sue opere si rappresentavano ancora in lingua italiana.
A interpretarlo è il toscano Giacomo Prestia, insieme al mezzosoprano umbro Giada Fresconi dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. Al piano, Michele D’Elia.

Dal 20 al 24, si svolge la Master Class di Silvia Dalla Benedetta, una delle più ricercate interpreti del belcanto, titolo che si è guadagnata in virtù di eccezionale consapevolezza tecnica e competenza stilistica. Verranno ammessi dodici allievi effettivi, a tre dei quali la Direzione Artistica del Festival assegnerà anche una borsa di studio, più un numero variabile di uditori. In più, quelli che si saranno distinti tra gli allievi effettivi parteciperanno a due concerti in programma il 22 e il 24 agosto a Castelmuzio e a Montisi: il ringraziamento annuale dell’artista “in residence” al Festival per l’accoglienza ricevuta.

Il 25 Giuseppina Strepponi cede il posto a Teresa Soltz, superbo soprano drammatico e altra grande musa ispiratrice di Giuseppe Verdi, soprattutto nella sua ultima fase.
Il suo repertorio è affidato alle corde vocali del soprano Rachele Stanisci, insieme al pianista Fabio Maggio e al mezzosoprano Ana Victória Pitts, anche lei proveniente dalle fila del Maggio Musicale Fiorentino.

Il Festival si chiude con un omaggio a Felice Varesi, senza dubbio uno dei massimi interpreti verdiani, per cui furono composte, tra le altre, le parti di Macbeth e Rigoletto: personaggi a cui Varesi donò corpo e personalità, oltre che la voce.
Protagonista, questa volta, è il baritono Nicola Alaimo, tra i maggiori interpreti odierni delle opere verdiane. Al suo fianco, Chiara Mogini, vincitrice del I Premio del Concorso “Adriano Belli” di Spoleto 2015 e Accademica del Maggio Musicale Fiorentino, mentre al pianoforte, per la quarta volta a Solo Belcanto, Gianni Fabbrini.

Così, mentre l’estate volge al termine, in un angolo di Toscana tutto… rinverdisce. Merito soprattutto di Giovanni Vitali, direttore artistico e ideatore del festival, a cui abbiamo rivolto alcune domande.

Come è nata l’idea di Solo Belcanto?
Solo Belcanto nasce nel 2014 dalla passione mia e di Silvia Mannucci Benincasa per l’opera. Da molto tempo Silvia mi diceva che voleva iniziare ad organizzare qualcosa a Montisi, in provincia di Siena, dove lei abita. È un borgo meraviglioso, in una zona splendida, tra le Crete senesi e la Val d’Orcia; come dico sempre, siamo tra il Brunello di Montalcino e il Rosso di Montepulciano, tanto per dare subito un riferimento enologico. Montisi ha un minuscolo teatro di 60 posti con una platea e tre palchi che un’antenata di Silvia, Rosa Mannucci, fece costruire all’interno della Grancia, la più grande fattoria del paese, per dare alla banda un luogo dove provare ed esibirsi. In questo spazio così diverso dai grandi teatri italiani, quasi un piccolo salotto privato, abbiamo deciso di far nascere Solo Belcanto, un festival dedicato all’opera con celebri interpreti internazionali. E così il progetto ha preso forma: nove giorni di durata a fine agosto, quattro concerti a tema, una Master Class per giovani cantanti e vari eventi collaterali che si stanno ampliando edizione dopo edizione. Quest’anno saremo per la prima volta a Castelmuzio, vicino a Montisi, per una serata all’aperto in questo borgo-salotto in cui si esibiranno i ragazzi che partecipano alla Master Class e ripeteremo una cena all’enoteca Vitis Vinifera accompagnata da romanze d’opera e canzoni. Insomma, per nove giorni a Montisi si canta, si suona, si mangia e si beve. La cultura musicale incontra la cultura enogastronomica: un connubio strepitoso che scatena l’entusiasmo di artisti provenienti da tutto il mondo.

Qual è la specificità di questo festival?

Fare musica ad altissimo livello soltanto per il piacere di stare insieme, recuperando una gestione del tempo e dello spazio possibile soltanto in un luogo come Montisi. Quando abbiamo iniziato, sinceramente non pensavamo di riuscire a creare qualcosa di così particolare. Gli artisti che vengono al Festival ci chiedono di tornare anche negli anni successivi perché trascorrono a Montisi dei giorni speciali, immersi nella natura, con panorami meravigliosi davanti agli occhi, tramonti spettacolari, notti silenziosissime. Il rapporto con la gente, poi, è davvero straordinario. I cantanti e i pianisti abitano in paese, entrano in confidenza con gli abitanti, dopo i concerti cenano insieme al pubblico al Barrino del mitico Gianluca Monaci o alla Romita, dove Alberto e Giovanna Bindi servono dei piatti dell’antica cucina toscana, alcuni addirittura risalenti agli etruschi. Siamo grati a tutti questi amici artisti che ci onorano della loro presenza e che cerchiamo di accogliere a Montisi nella maniera migliore possibile.

Ci sono contributi o sovvenzioni pubbliche?
Abbiamo iniziato ad organizzare il festival senza un euro, come dei pazzi incoscienti. Ci siamo rimboccati le maniche e fatti venire delle idee. Il nostro principale finanziamento proviene dal crowdfunding, la raccolta fondi online, e dalla vendita dei biglietti per i concerti. Quindi dobbiamo ringraziare chi ci sostiene perché crede nel nostro progetto e tutti coloro che vengono al Teatro della Grancia ad assistere alle nostre serate, che iniziano alle ore 19.00 per permettere a tutti di rientrare alle proprie abitazioni senza fare notte fonda. Poi abbiamo un piccolo contributo dalla Banca Valdichiana. Da quest’anno Montisi fa parte del Comune di Montalcino: sono certo che questo territorio, così famoso perché qui viene prodotto uno dei migliori vini del mondo, il Brunello, saprà sostenere il nostro festival. Ogni anno portiamo a Montisi artisti di fama internazionale, che cantano alla Scala, alla Staatsoper di Vienna, al Covent Garden di Londra, al Metropolitan di New York. Dai più grandi teatri del mondo, arrivano in uno dei teatri più piccoli del mondo: credo sia un’iniziativa culturale che porta molti vantaggi al territorio e quindi da valorizzare.

Si ripete più volte che oggi non ci sono più le voci di una volta, e a Montisi si rende omaggio al passato con le voci del presente. Lei come giudica lo stato di salute delle ugole dei nostri giorni?

Eccellente. Abbiamo ottimi artisti che cantano molto bene: Silvia Dalla Benetta, Giacomo Prestia, Rachele Stanisci e Nicola Alaimo, che parteciperanno a Solo Belcanto 2017, lo dimostrano con le loro applaudite esibizioni nei maggiori teatri del mondo. Ma ci sono anche tanti giovani di talento. Al festival di quest’anno ne presentiamo quattro che canteranno insieme a loro: il coreano Leon Kim, Giada Frasconi, la brasiliana Ana Victória Pitts e Chiara Mogini. Poi ci sono quelli che ancora studiano. Alla master class che terrà Silvia Dalla Benetta avremo, fra le altre, due ragazze bravissime: l’australiana Kate Amos e la maltese Nicola Said. Fare i laudatores temporis acti o ergersi a tutori dell’antica arte del canto non serve assolutamente a nulla. Nessuno potrà restituirci la Callas o Pavarotti. Dobbiamo lavorare perché qualcuno possa emergere e raccogliere la loro eredità. I talenti non mancano: basta saperli individuare, incoraggiarli affinché studino e dare loro le giuste occasioni per affermarsi.

 

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