La paura, tutti l’hanno provata più di una volta,è da sempre causa di pantaloni bagnati e lumini accesi durante la notte, è un sentimento intrinseco nell’ uomo proveniente e gestito dalla parte più primitiva del nostro cervello, l’amigdala. Quando questa entra in azione pompa nell’ organismo dopamina e adrenalina producendo nell’ uomo una reazione di attacco o fuga, anche se un comportamento comune è quello di rimanere vissi impalati di fronte ad un pericolo imminente.
Nonostante la paura causi agitazione e disagio in molti soggetti, molta genete ne è attratta, fattore che è stato causa della fortuna dei libri e sopratutto dei film dell’ orrore. Alcuni di questi film sono diventati importanti pilastri della storia del cinema, partendo da Shining in cui troviamo un Jack Nicholson non proprio sano di mente con l’intenzione “discutibile” di uccidere la propria famiglia, per poi arrivare a “Paranormal activity” film che alla sua uscita, soprattutto in America dove venne trasmessa la versione integrale, portò un vero senso di terrore nella vita degli spettatori per più di una settimana, alcuni arrivarono anche a chiudersi in casa per mesi, alla faccia della vacanza. Insomma, da “Frankestein” a “l’Esorcista”, milioni di persone ogni anno si riversano al cinema e costringono altre povere vittime a seguirli per vedere film di questo tipo, ma qual’è il motivo del loro successo?
Generalmente le persone cercano di evitare la così detta “fifa” prediligendo invece altro che porti piacere…e se la paura , presa in un certo modo fosse fonte di benessere?
Bryan Roche, docente di Psicologia alla Maynooth University in Irlanda, afferma che : “Piacere e paura sono emozioni molto vicine, In entrambi i casi si verificano le stesse reazioni fisiologiche, e analizzando solo queste, sarebbe difficile dire se un individuo prova paura o eccitazione”. Infatti secondo uno studio condotto da Eduardo Andrade dell’Università della California e Joel B. Choen dell’ Università della Florida, gli spettatori riescono a trarre delle esperienze negative emozioni positive , immedesimandosi nei protagonisti del film, ciò avviene però solo se il loro inconscio è consapevole che quello che stanno guardando non rappresenti realmente un pericolo per la loro incolumità, facendosi beffa così della paura e prendendola come un divertimento.
Tuttavia nonostante questi film siano fonte di piacere appena visti, col tempo il loro ricordo diventa disturbante, infatti Stuart Fishoff, professore dell’Università di psicologia di Los Angeles afferma :” film dell’orrore ti emozionano ma spesso lasciano uno stato nervoso e instabile che, nonostante la catarsi, non porta a dei bei ricordi”. Lo dimostra l’esperimento del professore stesso il quale chiedendo a più persone i loro 25 film preferiti, solo 6 persone su 560 hanno inserito uno o più film horror nella propria lista.
Dunque alla luce di questi fatti, gli amanti dell’orrore sono pregati di capire che non tutti sono come loro, e quindi smettere di costringere i loro amici o parenti ad accompagnarli a vedere film di questo genere, anche perché una di quelle persone potrebbe essere proprio chi scrive!