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Il convivio nel convento: un incontro multiculturale senza confini.

Nel pomeriggio di domenica scorsa 7 maggio, le porte del convento francescano di Monte alle Croci, sulla collina del Piazzale Michelangelo, si sono aperte per un convivio speciale.
Un numeroso gruppo di studenti, genitori, insegnanti e la dirigente del Liceo Scientifico fiorentino Leonardo da Vinci  hanno incontrato alcuni cittadini migranti e, grazie all’ospitalità dei frati, hanno preso parte ad un’apericena solidale per realizzare un incontro multiculturale attraverso balli, canti, cibo caratteristico e una mostra fotografica. Il ricavato è andato a sostegno di un progetto dell’Opera G. La Pira per finanziare corsi di Italiano. L’apericena ha visto la presenza di tre comunità di cittadini stranieri, peruviana, filippina e africana ed è stata organizzata dagli studenti dell’impresa simulata Noi con gli altri,  in collaborazione con la LeoBand,  con l’associazione Migrantes e con  fra Giuseppe Caro, responsabile del Centro Missionario Francescano.
Noi con gli altri è un progetto di alternanza  scuola-lavoro che si ispira ad una ONLUS realmente esistente e si propone di diffondere i valori di solidarietà e di rispetto della vita umana attraverso attività di formazione, eventi, raccolte fondi da devolvere a progetti di aiuto alla persona. Se questo è lo scopo dell’associazione, domenica sera è stato raggiunto, realizzando un evento speciale, dove la voglia di stare insieme si è addensata intorno alla musica e al cibo, due straordinari fattori di aggregazione, diventando esperienza reale di bellezza nella diversità. I ragazzi del Leo hanno vissuto in qualche modo ciò che don Tonino Bello chiamava la “convivialità delle differenze”, posta come segno profetico di pace dentro un mondo spesso abitato da conflitti, muri, barriere.
Alcuni dei cittadini migranti presenti fanno parte dello SPRAR, il Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati, coordinato dal Ministero degli Interni e attivato dai comuni che organizzano corsi di Italiano e orientamento al lavoro per richiedenti asilo e rifugiati. L’incontro di noi studenti  con uomini e donne in fuga, la conoscenza diretta dei loro drammi e dei problemi che  quotidianamente si trovano ad affrontare nel nostro paese, un pasto consumato insieme, lo sguardo su Firenze dalla terrazza del convento, la musica di sottofondo, sono il modo migliore per comprendere che cosa sta succedendo nella nostra società. Non di rado accade che la pretesa oggettività dell’informazione che sciorina statistiche impedisca a chi legge, a chi ascolta, di scorgere l’umanità celata dietro i numeri, le etichette. Parafrasando Fahrenheit  451, potremmo dire che dietro ognuno di questi numeri c’è un uomo.
La convivialità fra le rose del giardino di Monte alle Croci può davvero dar prova di una speranza tangibile per chi proviene da terre dove circolano bambini armati fino ai denti. La convivialità del ballo, del canto, del cibo, ha permesso a noi ragazzi di sentire che il Padre nostro, recitato in filippino, benché nessuno lo abbia capito, ha la stessa intensità del nostro. Domenica sera Noi con gli altri siamo stati bene.

Alice LUCCHETTI

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