Dopo aver riscosso un ottimo successo al teatro Politeama di Napoli, arriva a Firenze alla Pergola – Teatro della Toscana il kolossal “Morte di Danton”di George Büchner, diretta da Mario Martone, prodotto dal Teatro Stabile di Torino.
Dopo le Operette Morali e il film Il giovane favoloso sul poeta di Recanati, Mario Martone mette in scena l’inevitabilità con cui un moto popolare finisce per divorare se stesso, e una sommossa nata per i motivi più sacrosanti diventa spietato regime.
L’opera tratta degli ultimi giorni di vita di Georges Jacques Danton e del suo rapporto altalenante con Robespierre.
Nonostante sia ambientato appunto nel 1794, durante gli ultimi giorni del “Regno del Terrore” tratta temi attuali sia per il periodo di Büchner che per il nostro tempo: la natura della rivoluzione, il rapporto tra uomini e donne ma anche tra le classi sociali, l’antagonismo, l’amicizia, il determinismo, il materialismo, il ruolo del teatro stesso e tanto altro.
Scritto in sole 5 settimane fra gennaio e febbraio del 1835, dal ventunenne scrittore e anatomista, in fuga dalle autorità dell’Assia,“Morte di Danton” è considerato uno dei migliori lavori del drammaturgo tedesco in cui il rapporto fra due dei personaggi principali della rivoluzione francese regna sovrano. Essi infatti passano dall’essere amici all’essere avversari.
L’opera è arricchita da alcuni esponenti dei girondini, capeggiati da Georges Jacques Danton,e propensi a far prevalere l’ordine istituzionale repubblicano, e da altri di quella dei giacobini capitanata ovviamente da Maximilien de Robespierre,intransigenti e furiosi fautori di un clima rivoluzionario permanente. La volontà quasi utopistica di un mondo liberale e tollerante da parte di Danton viene contrapposta all’ideale giacobino di Robespierre che preferì adottare la cosiddetta “politica del Terrore”.
La morte di Danton avviene con l’arma ideata dal medico francese Joseph-Ignace Guillotin, la ghigliottina. Così spesso usata da Robespierre come metodica cancellazione di ogni forma di dissenso, sarà anche quella per cui quest’ultimo, pochi mesi dopo, quasi ironicamente, perderà letteralmente la testa.
Il regista Mario Martone descrive Danton come un personaggio costretto a “Non poter cambiare i destini dell’umanità, né vincere le ingiustizie terrene” e parla così del dramma: “Per Büchner, come per Leopardi (La Ginestra è di un anno dopo), la Storia non è che una macchina celibe, anche se le ragioni per scatenare la rivoluzione sono sempre tutte vive e presenti. Quello che commuove in Morte di Danton è la fragilità: sembra un paradosso, trattandosi di vicende che raccontano i protagonisti di un tempo in cui si è sprigionata una forza di cui ancora oggi sentiamo la spinta. Eppure, nessuno di quegli uomini ha potuto sottrarsi, oltre che alla ghigliottina, alla verifica della propria impossibilità di invertire la rotta assegnata (da Dio? dalla Natura? dal nulla?) agli esseri umani, nonché di porre rimedio all’ingiustizia che da sempre regna sovrana”.
Gli attori che interpreteranno i due protagonisti saranno Giuseppe Battiston per Danton e il vincitore del premio UBU come migliore attore, Paolo Pierobon per il suo avversario politico.Il primo liberale, tollerante e consapevole dei limiti della Rivoluzione, il secondo fanatico e luciferino nella difesa di un’algida virtù.
Ci sono anche Iaia Forte nei panni della moglie di Danton, Paolo Graziosi interpreta Payne, Fausto Cabra nel ruolo del violento tribuno Saint-Just, giustiziato insieme a Robespierre e altri giacobini il 28 luglio dello stesso anno.
I costumi sono di Ursula Patzak, le luci di Pasquale Mari, il suono è di Hubert Westkemper.
Per via della sceneggiatura quasi cinematografica di “Morte di Danton”, giovedì 11 maggio alle ore 17 al cinema Spazio Alfieri( in Via dell’Ulivo) verrà proiettato gratuitamente proprio il film del 1983 “Danton” diretto da Andrzej Wajda con Gèrard Depardieu a interpretare proprio il protagonista.
“Sotto l’apparenza del dramma storico” afferma sempre Martone“Morte di Danton nasconde i nervi scoperti della condizione umana, così come sarà rivelata un secolo dopo, nel Novecento, con uguali forza e illusione”
Sarà interessante vedere come il pubblico fiorentino accoglierà quest’opera e come si relazionerà con questo confronto fra l’opera teatrale e quella cinematografica.
Rappresentazioni:
Martedì 9 maggio ore 20.45
Mercoledì 10 maggio ore 20.45
Giovedì 11 maggio ore 20.45
Venerdì 12 maggio ore 20.45
Sabato 13 maggio ore 20.45
Domenica 14 maggio ore 15.45