Otto marzo 2017: questa data difficilmente verrà dimenticata dagli appassionati e tifosi di calcio.
Allo stadio ‘Camp Nou’ si incontravano, per il ritorno dell’ottavo di finale di Champions League, Barcellona e Paris Saint Germain con i francesi reduci dal 4 a 0 sui catalani nella gara d’andata.
E’ successo l’impossibile. Impossibile come la rimonta (mai nella storia una squadra aveva recuperato uno svantaggio di quattro reti, in 185 precedenti era sempre passata la squadra che aveva vinto la prima gara) incredibilmente folle, quasi da non crederci. ‘Locura total’ dicono in Spagna -pazzia totale- che ognuno dei 99mila spettatori presenti ha provato sulla propria pelle la scorsa notte.
Dopo “l’asfaltata” di Parigi, chiunque altro si sarebbe accontentato di una semplice vittoria contro i campioni di Francia, facendo così pesare meno il passivo dell’andata, ma questo non se ti chiami Barcellona.
Minuto 3′, lancio lungo (insolito nel tiqui-taca catalano) Suarez anticipa Trapp in uscita e subito 1-0 Barça; il messaggio dei patroni di casa è chiaro: ci credono. Passano quaranta minuti, soliloquio blaugrana, parigini che non superano la metà campo, altro gocciolone lungo, Iniesta fa una magia (no look di tacco all’indietro) e Kurzawa se la butta dentro da solo. All’intervallo, gli spagnoli hanno dimezzato il parziale.
Inizia il secondo tempo, maldestro e sfortunato intervento di Mounier in area di rigore, Neymar cade: penalty. Batte Messi, una sentenza, 3-0. Il Camp Nou è una bolgia, i tifosi iniziano a crederci, la ‘remuntada’ ora è possibile, basta solo un gol… Cavani. Black out. 3-1. Tutta Barcellona si ammutolisce, si sentono solo i quattromila arrivati dalla Francia che vedono già la loro squadra ai quarti.
Il giorno prima della partita, alla domanda di un giornalista sul possibile gol del Psg, Luis Enrique, tecnico blaugrana, rispose: “Se loro possono segnare un gol, perchè noi non ne possiamo fare sei?”. Presunzione, irrealtà, chiacchere si pensava questo della risposta dell’allenatore, ma, non si sa come, ci aveva visto lungo…
Mancano 2 minuti alla fine dei tempi regolamentari, c’è un’oppurtunità per il Barcellona per rendere almeno i quattro gol dell’andata ai francesi. Calcia Neymar e la mette al sette. Gran gol sì, ma all’apparenza inutile. Pochi secondi dopo altro lancio lungo (follia pura per gli schemi del tiqui-taca) Suarez si getta sulla palla, viene steso -o così pare all’arbitro- e nuovo calcio di rigore. Quello che fino a pochi minuti prima sembrava impossibile sta diventando realtà. Questa volta sul dischetto ci va Neymar che fa doppietta. Manca un minuto alla fine dei 5′ di recupero concessi dall’arbitro e qui la storia si è riscritta.
Tutti ‘in the box’, compreso il portiere; ancora Neymar che tenta il lancio della disperazione… la palla sale…i difensori non ci arrivano…come un falco vi si getta Sergi Roberto che fa letteralmente esplodere lo stadio. E’ 6 a 1. Delirio. Il Barcellona è ai quarti di finale dopo la partita forse più epica della propria storia.
Un sogno che si avvera per i tifosi catalani, l’impossibile è successo e solo una squadra come la loro poteva riuscire in questa fantasmagorica impresa. Al fischio finale, i vincitori si abbracciano e saltano di gioia, ancora increduli di ciò che hanno compiuto; gli sconfitti, attoniti, piangono perchè sanno che questa partita rimarrà per sempre un segno indelebile sulla loro pelle.
Nessuno ci credeva, forse neanche gli stessi calciatori, consapevoli che un simile svantaggio di partenza era un’Everest da scalare. Ciò che è successo entrerà di diritto nella storia del calcio, che si riempe di un’altra pagina gloriosa, a tinte blaugrana questa volta, probabilmente, la squadra più forte di tutte.
Ancora una volta questo sport ha ricordato ai suoi tifosi che tutto è possibile se ci si crede davvero, perchè il calcio sì, e non ci si sbaglia a dirlo, è il gioco più bello del mondo.