Cinque anni fa a 100 km dalle coste giapponesi si scatenava un terremoto di magnitudo 9.0, talmente forte da spostare l’isola di due metri a est e paragonabile all’ energia liberata dall’esplosione di 100 milioni di tonnellate di tritolo, che provocò un conseguente tsunami con onde alte oltre dieci metri : veri e propri palazzi d’acqua che si abbatterono sui reattori 1,2 e 3 della centrale di Fukushima causando la fusione dei noccioli e la morte di 15mila persone. Furono cinquemila i dispersi e altrettanti feriti per le radiazioni. Fu definito il più grave incidente nucleare della storia, ma il Giappone non ha smesso di lottare per arginarne gli effetti. Ultimamente sono stati registrati livelli record di radiazioni provenienti dal reattore numero due della centrale. La Tokyo Electric Power Company (TEPCO) ha spiegato che è presente una falla di circa due metri lungo una grata metallica sotto il contenitore a pressione del reattore, danno che è stato probabilmente causato dal “combustibile esausto” rilasciato dal contenitore. Sono state fatte nuove misurazioni giudicate inimmaginabili dagli specialisti. La TEPCO ha dichiarato che le rilevazioni hanno raggiunto i 530 sievert/ora. Gli effetti sulla salute sono devastanti anche dopo una breve esposizione alle radiazioni. Essere esposti a una dose di 1 sievert può causare lievi alterazioni temporanee dell’emoglobina; 2 e 3 sievert causano nausea, perdita dei capelli, emorragie, 4 sievert possono portare alla morte nel 50% dei casi se non si interviene terapeuticamente. Oltre 6 sievert, la sopravvivenza è altamente improbabile e la malattia correlata è anche detta “avvelenamento da radiazione”. L ‘azienda negli ultimi mesi sta lottando per fermare la fusione del vulcano invisibile togliendo ai reattori il materiale che li alimenta, sono stati inviati robot per lo smantellamento , ma “muoiono”quasi istantaneamente, i loro sistemi vanno in tilt soltanto dopo pochi minuti dall’esposizione, tanto sono alti i livelli di radiazioni del nucleo. Anche se dal 2011 ad oggi solo il 13% degli abitanti di diversi villaggi della zona è tornato nelle proprie case ci sono fattori positivi che si cominciano a intravedere grazie al lavoro della TEPCO che si sta impegnando oltre che nella rimozione del materiale radioattivo, anche nella riduzione delle 400 tonnellate di acqua piovana che ogni giorno risale nei sotterranei della centrale per evitarne la contaminazione; inoltre sono presenti alcune parti del sito nelle quali è possibile evitare l’utilizzo delle maschere porteggi-volto e delle tute hazmat, che forniscono protezione da materiali pericolosi.