“Alexa, aumenta la temperatura di tre gradi, fa un po’ freddo.” “Alexa, ho preso ferie a luglio, prenotami le vacanze a Malta.”
Conversazioni del genere potrebbero sembrare prassi abituale al giorno d’oggi se Alexa fosse una segretaria o un maggiordomo. Ma Alexa è un intelligenza artificiale già disponibile sul mercato.
Non è sicuramente il primo tentativo di “entrarci in casa” quello di Alexa, anzi per dire la verità nell’ultimo decennio ci hanno provato in fin troppi, e non si tratta di ladri, stalker o di peripatetici evangelizzatori, bensì dell’ultima invenzione di Amazon. L’idea di dotare le nostre abitazioni di intelligenze artificiali con le “orecchie” costantemente tese non è certo nuova, e guardandoci indietro Il desiderio di ricreare menti tecnologiche in grado di poter svolgere funzioni tipicamente umane è una prerogativa della scienza dello sviluppo tecnologico fin dai primi anni 90, e di progressi ne sono stati fatto tanti, fin troppi, soprattutto nell’ultimo decennio.Ed è Echo l’ultima trovata tecnologica firmata Amazon. Sarà infatti questo dispositivo che, stando a approssimazioni ideali sarà presente nelle case della maggior parte della popolazione mondiale tra 60 anni. Per farla breve: si tratta di una scatola nera cilindrica alta poco più di una spanna che registra a 360° le conversazioni che le avvengono intorno.
Negli Stati Uniti ben il 4% delle case possiede il proprio dispositivo e il numero accresce quotidianamente. Chi già possiede Echo (chiamato colloquialmente Alexa, dal nome della mente artificiale alla quale “rivolgersi” per le proprie vicissitudini) tende ad elogiarlo facendo leva sulle sue mille capacità. Infatti basta leggere la moltitudine di recensioni e commenti per capire come il dispositivo ad attivazione vocale permetta di prenotare il volo per le vacanze, ordinare una pizza, comprare prodotti dal web o addirittura spegnere la luce di casa, il tutto stando comodamente seduti sul proprio confortevole divano. Ma in effetti perché scomodarsi quando un piccolo maggiordomo virtuale può fare il possibile e non al posto tuo?
Per molti un sogno che si realizza, per altri l’inizio di un lento (o forse molto veloce) declino dell’uso delle capacità umane a favore di una mente artificiale. Di fatto Echo ha reso più che tangibile la possibilità di avere in ogni casa una specie di maggiordomo, con un unica piccola grande differenza: questo assistente non è una persona. Il tutto rientra nel progetto “VoiceFirst”, si tratta di estendere il linguaggio parlato a tutti i campi del web e trasformarlo nel primo strumento per il commercio, pagamenti e ogni sorta di comunicazione: un progresso sicuramente importante e non di poco conto.
L’idea del cambiamento piace, molti ne fanno il proprio baluardo di rifiuto della tradizione in segno di un futuro migliore. Se non fosse però che spesso una tradizione ti contraddistingue dagli altri, ti identifica e ti personalizza, è un continuo rapportarsi col resto del mondo. E pare che ora stiano cambiando anche le tradizioni più basilari, che ci identificano non come popolazioni diverse, ma come Umani. L’ idea di un futuro in cui la nostra casa sarà gestita da intelligenze artificiali, o il pensiero che potremmo parlare con un robot come fosse una persona vera fa rabbrividire; ancora di più il pensiero che tutte le principali attività lavorative potrebbero essere gestite da menti persino più intelligenti di quella umana. Si tratta comunque di ipotesi ed ora come ora sono tecnologie che portano anche molti vantaggi. Possiamo stare tranquilli che nel prossimo futuro spegneremo ancora la televisione con il telecomando e dovremo addirittura alzarci per rispondere al telefono.