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Le Due Torri al Mandela: dove cinema e teatro creano un connubio perfetto

 

Ancora una volta il grande complesso orchestrale e corale del Maggio Musicale Fiorentino ha dato prova di quante emozioni possa trasmettere attraverso i suoi suoni e le sue voci, che il 27 gennaio hanno affrontato il “secondo atto” dell’opera di Tolkien.

Non è un mistero che gli adattamenti cinematografici di Peter Jackson de “Il Signore degli Anelli” siano alcuni degli esempi più riusciti di trasposizione dalle pagine allo schermo; tra i vari Oscar ottenuti dalle pellicole non mancano certo quelli per le superlative colonne sonore del compositore Howard Shore. Il maestro Shih-Hung Young omaggia il canadese e tutto il pubblico del Mandela Forum creando ancora una volta un capolavoro. Sebbene la tipologia di melodie sia leggermente cambiata rispetto al primo film, a causa di svariate scene d’azione che ne hanno decisamente aumentato il ritmo, il risultato è stato all’altezza dell’originale e anzi la potenza degli ottoni e delle percussioni del Maggio, che in questa occasione hanno avuto un ruolo centrale per la riuscita dell’esecuzione, hanno trasmesso ben più di ciò che si capta ascoltando i suoni in digitale del DVD. Questo capitolo in particolare enfatizza il non arrendersi mai e non sottostare al male, nonostante il suo potere sembri sottomettere chiunque. Le avversità si moltiplicano e Frodo vacilla sotto il potere dell’anello, ma non cade e alla fine continua il suo viaggio verso Mordor.

Le marce militari degli orchi, il sinistro e terrificante Tema dell’Anello, le cavalcate eroiche dei cavalieri di Rohan: una musica che cambia a ogni scena, eseguita alla perfezione senza sbavature e senza sovrastare l’audio di quello che poi è il film di Jackson. Tutta un’altra storia e tutto un altro pubblico rispetto a quello solito del Maggio. Il primo spettacolo aveva riscosso già molto successo tra i giovani che sono accorsi numerosi, e per Le Due Torri la gioventù è aumentata ancor di più, basti vedere gli scimmieschi versi di apprezzamento a metà e fine dello spettacolo. Un tripudio generale di urli e cori da stadio, un po’ fuori luogo forse, ma che tanto hanno reso felici gli organizzatori e lo stesso direttore d’orchestra il cui obbiettivo è e sarà anche nel capitolo finale previsto per il 10-11 marzo, sempre sotto la direzione di Young, avvicinare i giovani all’opera e alle emozioni che sa trasmettere.

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