Il 23 Settembre 2016 nel centro storico di Firenze, più precisamente a Palazzo Strozzi, è iniziata la prima mostra Italiana dell’artista cinese Ai Weiwei presentata col nome “Libero”, che si concluderà il 22 Gennaio 2017. Questa inizia con l’opera “Reframe”, ovvero con quella serie di gommoni che sono appesi sulle facciate del palazzo, dedicati al grande problema dei migranti e dei profughi che l’Italia sta affrontando in questo momento. Già questa prima opera ha fatto discutere molto in quanto rovina l’armonia storica del centro storico, ma non è solo questo il problema della mostra. Il punto è se questa sia davvero degna di essere innaugurata in una delle città più importanti del mondo nel campo artistico. Le opinioni al riguardo sono state numerose e discordi, ma alla fine Firenze ha accettato. Come ringraziamento per la disponibilità l’artista ha collaborato con l’Accademia di Belle Arti di Firenze, per creare una sala, in chiave moderna, dedicata a personaggi importanti per la storia Fiorentina come: Dante Alighieri, Galileo Galilei, Girolamo Savonarola, Leonardo da Vinci e Filippo Strozzi. Il percorso espositivo continua nel cortile interno, con un’ opera dalle grandi dimensioni e a prima vista molto complessa: “Refraction”. Un’ala composta da pannelli solari che indica la negazione di libertà. La mostra continua al primo piano del palazzo, con un ingresso molto particolare e inquietante; in cui il visitatore viene spinto a entrare, attraversando una galleria di qualche metro, circondato da migliaglia di biciclette messe in posizione orizzontale. A primo impatto potrebbe non sembrare uno dei migliori inizi, ma continuando il percorso si entra in contatto con il particolare modo di vedere il mondo di Ai Weiwei, arrivando a una sala con varie sculture di mobili incastrati tra di loro per formare composizioni particolari, seguita da una composizione di bare vuote con un gigantesco serpente fatto da zaini, come sorta di monumento ai bambini morti nel grande terremoto avvenuto nel Sichuan nel 2008 accusando il governo cinese di usare materiali scadenti. Passando dalla sala “Fiorentina” sia arriva alle due sale in cui è suddivisa l’opera che sta facendo più scalpore al momento; la successione di foto in cui l’artista manda a quel paese i più grandi simboli istituzionali o i grandi monumenti mondiali, esprimendo una ribellione dell’artista controle istituzioni mondiali. Appena finito di attraversare queste sale, comprendenti circa 2-3 opere ciascuna, il visitatore è costretto a uscire, per proseguire con la seconda parte della mostra nella “Strozzina”. Qui l’attrazione principale non sono le poche opere presenti in questo secondo round della mostra, ma tutta una serie di sale piene di foto dell’artista, durante la sua vita che seguono tutto il suo percorso artistico. Queste comprendono anche delle foto scattate a delle persone che secondo l’artista erano poliziotti sotto copertura, che lo stavano spiando per sapere se aveva in mente qualche azione contro il governo cinese. La mostra si conclude con delle sale in cui vengono presentati vari filmati riguardo i vari processi, ai quali è stato sottoposto per le sue opere in contrasto con il governo cinese. La cosa che fa più riflettere è che nonostante Ai Weiwei sia attivo contro le istituzioni governative, nonostante tutte le sue opere esprimano una lettura moderna di come il mondo stia andando a peggiorare, lui permetta che le sue opere siano vendute alle case d’aste più importanti di tutto il mondo per cifre a molti zeri.