Un bagno di acqua e fango di 12 ore: L’opera, rimasta sommersa in quella tragica alluvione del ‘66, sembrava irrimediabilmente danneggia ed irrecuperabile con le tecniche del tempo e fu lasciata nei depositi della Soprintendenza per oltre 40 anni.
E’ tornata finalmente al suo posto nel Museo dell’Opera di Santa Croce, dopo 50 anni esatti dalla catastrofe del 4/11/66, l’ Ultima Cena del Vasari. La lista dei capolavori danneggiati dalle furie dell’Arno in piena sembrava inaffrontabile, primi fra tutti i dipinti della basilica di Santa Croce, letteralmente sommersa.
Dopo quasi mezzo secolo di duri lavori di restauro le opere sono state riportate alla bellezza originaria, ed il “Cenacolo Vasariano” è solo l’ultima illustre vittima ad essere stata salvata divenendo un po’ il simbolo di questo cinquantenario.
Realizzata nel 1546 per il refettorio delle Murate, il grande dipinto di oltre 6 metri per 2 metri venne spostato in S. Croce solo nel 1815. Il capolavoro cinquecentesco venne completamente sommerso dalle acque durante l’alluvione e rimase per ben 12 ore tra acqua, fango e tutto ciò che la corrente si portava con sé. I danni erano enormi e al tempo sembrò irrecuperabile, cosicché venne lasciato nei depositi della Soprintendenza per oltre 40 anni. Nel 2003 l’ opera venne riscoperta dall’Opificio delle Pietre Dure che decise di occuparsene. Un atto di fiducia, certo, quello verso l’associazione, per un’operazione che pareva impossibile, ma in poco più di dieci anni i maestri del restauro, con lavori sofisticatissimi e i finanziamenti di Prada, Getty Foundation e Protezione Civile, sono riusciti a ridare bellezza all’opera, con un recupero che ha rappresentato una sfida senza precedenti per il mondo del restauro.
Emozioni forti al momento dello svelamento dell’opera per tutti i presenti tra cui anche il sindaco di Firenze Dario Nardella e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo 50 anni esatti è tornato nel posto che più gli si addice, nel Museo dell’Opera di Santa Croce, ma da oggi al sicuro dall’acqua grazie ad un sistema di rilevamento dotato di contrappesi che permetteranno all’opera di essere sollevata di 6 metri in soli due minuti.
Il capolavoro Vasariano si aggiunge così all’ elenco degli splendidi Cenacoli presenti nel vastissimo panorama artistico-culturale fiorentino: da quello di Tadeo Gaddi in S.Croce al quello in S.Spirito dell’Orcagna, dal capolavoro quattrocentesco del Castagno in S.Appolnia a quello del Ghirlandaio in Ognissanti, oppure quello del Perugino a Fuligno nel Convento di S.Onofrio, a san salvi troviamo quello di A. del Sarto, e nel Convitto della Calza quello di Franciabigio.